Giapponesi al Centro Costa

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Dal Giappone a Bologna -  nell'appassionato racconto di Gianfranco Barbi, 10 anni di rapporti tra  il Centro Giorgio Costa e delegazioni ufficiali del lontano Giappone. Autogestione, volontariato e cooperazione sociale: il modello ANCeSCAO  fa scuola. Leggi l'articolo...




La bella e entusiasmante avventura inizia nella Primavera del 2005 quando ai cancelli del Centro Costa si affacciano tre signori dalle caratteristiche orientali, uno dei quali con difficoltà linguistica, comprensibile, dice che sono professori universitari giapponesi interessati a studiare e conoscere la nostra esperienza e realtà. Se fossimo d'accordo sarebbero venuti dopo due giorni accompagnati da  un interprete. Dato il nostro assenso ci ritroviamo, appunto, dopo due giorni.

Si trattava del Prof. Ko Inui (del Dipartimento di Sociologia Industriale e della Facoltà di Scienze Sociali dell'Università Ritsumeikan di Kyoto e coordinatore del gruppo di lavoro), del Prof. Yyasuhiro Endoh (della Scuola Superiore annessa all'Università Industriale di Aichi), del Prof. Fujita Shinobu (della Scuola Superiore annessa all'Università Comunale di Osaka), che avevano avuto un finanziamento per uno studio sui servizi sociali avviati dalla città di Bologna in favore degli anziani, ma non solo, per compararli all'esperienza giapponese. Erano accompagnati dall'interprete, d.ssa Ai Aoyama (cittadina italiana, ha sposato un bolognese, e residente, appunto a Bologna).

In questo incontro la curiosità dei nostri ospiti è stata notevole: richiesta di cosa fosse (allora) il Centro Anziani e quando si fosse costituito, quale fosse la sua organizzazione e come funzionasse, quale fosse l'organismo dirigente, quali fossero le nostre attività. Abbiamo quindi raccontato loro che eravamo un'Associazione di Promozione Sociale, che ci eravamo costituiti in 4 ottobre del 1984, che avevamo uno statuto che contemplava le norme della nostra associazione, che avevamo un regolamento interno delle attività per i soci, che avevamo un Comitato di Gestione con un Presidente che si riuniva una volta al mese, che avevamo due assemblee all'anno , per il bilancio preventivo e il bilancio consuntivo. 

Il bilancio preventivo serviva per proporre e programmare le attività, il bilancio consuntivo per verificare come queste attività si erano concluse anche nella parte del bilancio economico.
La nostra era un'attività di volontariato e le attività venivano fatte in autogestione dai soci. Quindi per partecipare alle attività del Centro bisognava essere soci e avere una tessera. Il costo della tessera veniva indicato dall'Assemblea del Coordinamento Provinciale e il Centro lo verificava e proponeva ai soci nell'assemblea per il bilancio preventivo e veniva approvato dall'assemblea stessa.
Ci hanno chiesto come ci finanziavamo, quanti soci avevamo e quanti soci si impegnavano nella autogestione.

Abbiamo detto loro che a Bologna c'erano 33 Centri e con la Provincia erano 105 e questi erano organizzati in un Coordinamento Provinciale, Regionale e Nazionale che avevano sede a Bologna raccontando loro come funzionavano questi organismi di rappresentanza e di indicazione di quali fossero le norme di legge cui bisognava ottemperare, la 383/2000.

Inoltre ci hanno chiesto quale fosse il rapporto con le Istituzioni Comunali. Abbiamo risposto loro che c?era una Convenzione con il Comune di Bologna che ci concedeva i locali in comodato d?uso per le attivit?, senza pagare affitti in quanto riconosceva il valore sociale della nostra attivit?.

Queste informazioni le abbiamo date in un paio di colloqui successivi e altri poi sono seguiti incontrando i nostri soci nelle attività del bar, della cucina, del ballo del gioco delle carte. In questi incontri hanno fatto interviste, fotografie e riprese delle attività che poi avrebbero inserito nella ricerca che stavano facendo . Nell'assistere e riprendere queste iniziative ci sono stati pomeriggi interi di conversazioni sottolineati dai loro continui e stupiti "OH, OOOH" e dai loro sorrisi e inchini.

I tre ospiti li abbiamo accompagnati prima al Coordinamento Provinciale di Bologna poi al Centro di Pescarola, al Centro della Casa Gialla dove siamo stati ospiti anche di una cena, al Centro della Magnolia di Budrio. In tutti questi incontri si sono susseguite riprese, foto, misurazione degli spazi, attenzione alle attività in corso accompagnate sempre a esclamazioni di meraviglia ed inchini, tipico saluto orientale.
Raccontando loro che a Bologna c'erano cooperative edificatrici abbiamo organizzato incontri con la Cooperativa Ansaloni e la Cooperativa Risanamento. Abbiamo anche organizzato un incontro con Piazza Grande, l?associazione dei senza fissa dimora.

I tre ospiti ci hanno chiesto la tessera del Centro che abbiamo dato e quindi sono diventati nostri soci.

Due si sono fermati una settimana mentre il Prof. Ko Inui si è fermato circa sei mesi (marzo/settembre) e in quel periodo è stato ospite a nostre iniziative: ad un nostro pranzo sociale, ad una giornata quando c'era il ballo.

Dopo questa prima esperienza il 4 Febbraio del 2006 la d.ssa Ai Aoyama ci comunicava che un'altra delegazione aveva chiesto personalmente di incontrarla per il 27 di febbraio, anch'essi interessati alla nostra esperienza. Si è trattato di: Prof. Masayuki Sasaki, (Professor of Urban e Cultural Economics Graduate School for Creative Cities Osaka City University, specializzato in Economia Urbanistica e Economia Culturale); Sachico Kawaida, (Assistente del prof. Sasaki della NPO- Non Profit Organization); Prof. Kazutaka Takahara, (Facoltà di Economia dell'Università Hokkai-gakuen, specializzato in Economia Locale);Takemasa Ohara, (Studente alla Scuola Superiore dell'Università di Hiroshima);
Shizuka Kijima, (Studente alla Scuola Superiore dell'Università di Hiroshima); Yuka Fumoto, (Studente alla Scuola Superiore dell'Università di Hiroshima); Tomoe Kurata, (Studente alla Scuola Superiore dell'Università Hokkai  gauken a Sapporo); Sayoko Iizasa, (dr. Senior Researcher, Policy Research Departement, National Institute for Research Advancement  NIRA).

Anche ad essi abbiamo dato la nostra disponibilità raccontando, come al Prof. Ko, la nostra esperienza e facendoli incontrare, mescolandosi, con i nostri soci ai quali hanno fatto interviste, fotografie delle attività in corso. Ci hanno fatto vedere come si fanno gli "origami". In quell'occasione un paio di ragazze erano vestite con il "Kimono", tipico vestito da cerimonia.

Dal 12 al 17 settembre 2006 il Prof. Ko Inui è tornato a Bologna, in vacanza con la moglie Kayoko e la figlia Yo. E' stata l'occasione per aggiornarlo sulle nostre attività e farli partecipare ad un nostro pranzo sociale, ha voluto pagare le quote tessere anche degli anni precedenti (noi le avevamo fatte omaggio come soci onorari).

E' poi tornato nel 2008 avendo terminato il suo, loro, studio che, come detto ha spaziato in diversi settori delle attività sociali a Bologna, lavoro
pubblicato in un volume e su un sito webb nel quale vi è una parte che riguarda il nostro settore dei Centri Anziani comparato con la realtà giapponese.

Questo studio è stato all'attenzione, in Giappone, di un grande quotidiano di informazione (10 milioni di copie), che oltre a darne comunicazione scritta ha promosso anche un cortometraggio, con le riprese che erano state fatte nei diversi incontri a Bologna dai docenti universitari.

In anni successivi fino al 2010 altre delegazioni si sono presentate, sempre al nostro Centro anch'esse interessate a conoscerci:
Fumeki Endo, (Impresa non profit di Tokyo); Takashi Nishiuchi, (Staff Wryter Lifestile e Culture Section, Tokyo); Hiroki Kawakita, (Research Instiitute for Regional Planning e Developpements, NAKA-KU NAGOYA, Hiroshima); Tetsunobu Ohata, (Dirigente Esaminatore Ufficio Assicurazione Sanitaria per la Cura degli Anziani e degli Invalidi, Comune di Oita); Chie Ishida, Keiko Funada, Makoto Futami, (Office City Developpement Division del Quartiere Setagaya Citi Hall di Tokyo).

Nel gennaio del 2011 il prof. Ko (oramai fra di noi era sorta una bella amicizia), mi inviava una mail nella quale che l'1 aprile sarebbe venuta a studiare a Bologna per un anno la figlia Yo di 26 anni, chiedendomi di poterla seguire ed aiutare, dove possibile, in questo suo percorso. A me ha fatto molto piacere questa richiesta che testimoniava il nostro rapporto di amicizia e di ollaborazione. Non è stato difficile accontentarlo in quanto Yo è risultata essere una ragazza molto disponibile e attiva. Infatti in questo anno oltre a seguire il suo percorso di studio e ricerche, è stata nostra collaboratrice in alcune attività soprattutto rendendosi disponibile all'insegnamento della lingua italiana (era già stata a Bologna 6 mesi studiando in un liceo in via Nazario Sauro), nel corso per stranieri che organizziamo già da diversi anni.

Yo poi l'abbiamo introdotta anche nei rapporti con il Coordinamento di Bologna, in particolare con Antonietta Silvi, più volte si è recata a Budrio. Nel 2012 il prof. Ko è tornato a Bologna perchè era ormai prossimo il rientro della figlia ed era qui nella circostanza dell'Anniversario del Centro Barca e vi fu una iniziativa del Coordinamento di Bologna.

Yo è rientrata in Giappone in giugno per preparare e presentare gli studi fatti qui a Bologna e la tesi di laurea che ha poi conseguito.

Dopo questa laurea ha trovato lavoro in un'azienda non profit di servizi sociali a Yamagata, una città a 600 km da Kyoto, e dopo un anno per le sue capacità è stata inserita nel gruppo dirigente di questa impresa.

Yo tornerà a bologna nel prossimo mese di novembre accompagnando una delegazione di un'altra impresa sociale che da qualche anno ha contatti nella nostra città e quindi ne inizierà qualcuno anche con noi.

Da essa ho avuto una grande soddisfazione e gioia, infatti sono diventato per lei "il papà bolognese" e lei per me "la figlia adottiva giapponese?".

Il 22 dicembre del 2013, sempre la d.ssa Ai Aoyama, che continua ad essere nostra socia, ci comunicava che un'altra delegazione giapponese veniva a Bologna e chiedeva di incontrarci.

Ci siamo accordati per sabato 8 dicembre, e alle ore 9 ci siamo trovati. Erano tre persone, due uomini (Yukiko Takeno, Hideo Ishizuka e una donna della INHCC, Institute of Nonprofit Health Care Cooperation di Tokyo), facenti parte di un gruppo di 25 che si era suddiviso fra
Modena, Firenze e Roma. Quel giorno ho potuto esserci solo io e ci siamo intrattenuti fino alle
ore 12.

Come a tutti gli altri ho raccontato i miei, ormai, 20 di attività al Centro G. Costa e più complessivamente in ANCESCAO essendo stato Coordinatore dei Centri di Porto/Saragozza, nel Coordinamento Provinciale, presidente del Centro Costa per sette anni e poi sempre nel Comitato di Gestione. In queste tre ore di incontro molte domande, come già fatto per i precedenti ospiti, spero di avere soddisfatto le loro curiosità.

Ho fatto loro una breve storia di come in Italia siano iniziate queste attività di socialità: dalla costruzione nel dopoguerra delle Case del Popolo, dei Dopolavoro nelle Aziende dello Stato, dei CRAL Aziendali, dalla nascita dell'ARCI e UISP per arrivare ai nostri Centri.

Ci siamo lasciati consapevoli di essere stati utili gli uni agli altri: per me queste esperienze sono molto gratificanti nel verificare il sincero interesse di persone così lontane ma interessate a capire il valore e la positività di quanto abbiamo fatto, per loro esprimere la passione della curiosità e attenzione per quello che gli stavi comunicando ed esprimere tutta la gentilezza con sorrisi ed inchini a non finire.

Inoltre si sono impegnati a farci avere, al compimento della loro ricerca, il documento conclusivo, cosa che è successa quando ho visto recapitarmi un fascicolo, per posta, che poi ho fotocopiato per ANCESCAO Provinciale e Nazionale e per il Sindaco Virginio Merola.
 
A seguito di questi interessi provenienti dal Giappone io e Viviana proponemmo a l'allora Assessore Libero Mancuso, Sindaco Sergio Cofferati, e poi a Virginio Merola, una prima volta il 22 dicembre dello scorso anno in occasione dell'inaugurazione della nuova ristrutturazione del civico 48 del nostro Centro e una seconda volta con la consegna della suddetta lettera accompagnatoria del documento, di verificare la possibilità di avviare un "gemellaggio" fra le città di Bologna e Kyoto scrivendo a tutti e due i sindaci una mail, sia in italiano che in giapponese (mi ha aiutato la d.ssa Ai Aoyama). Risposte purtroppo non ne sono venute e la mia, nostra, rimane una bella utopia, pazienza!!!

Di questi incontri abbiamo fotografie, filmati, corrispondenze e tre pubblicazioni: 1 Del Prof. Ko Inui di Kyoto, 1 Di Tetsunobu Ohata, (Dirigente Esaminatore Ufficio Assicurazione Sanitaria per la Cura degli Anziani e degli Invalidi, Comune di Oita); 1 Di Yukiko Takeno e Hideo Ishizuka della INHCC, Institute of Nonprofit Health Care Cooperation di Tokyo.

Concludo questo mio racconto/esperienza sperando di essere stato esaustivo e di avere dato un contributo. Raccontando ciò provo comunque una grande e bella emozione. Grazie per l'attenzione.

Gianfranco Barbi

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