Da Bentivoglio a Pollica e ritorno in ricordo di Angelo Vassallo

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angelo vassallo

Lucia Pieratelli (Commissione Solidarietà) ci racconta la sua esperienza - condivisa con un gruppo di studenti di Bentivoglio e il Centro "Il Mulino" - di visita a Pollica (Cilento) in occasione delle commemorazioni per l'uccisione del Sindaco Angelo Vassallo.



Una domenica d’agosto Marinella, del centro sociale “Il Mulino” di Bentivoglio (Bologna), mi telefona chiedendomi se me la sentivo di andare nel mese di settembre a Pollica (Cilento) all’iniziativa in ricordo di Vassallo a parlare di volontariato. 

Questa proposta mi incuriosì anche perché mi sarei aggregata a un gruppo di giovani collegati a Libera e ad una loro ex insegnante. Sarebbe stata un’esperienza completamente diversa rispetto al mio normale  impegno e mi interessava anche vedere, capire, come e se quel territorio a distanza di cinque anni dall’uccisione del loro Sindaco, che aveva portato avanti il suo impegno civile con tanta passione, continuava a reagire. Oppure, come per tantissime altre uccisioni di mafia, era caduta nell’oblio. 

Ma chi era Angelo Vassallo che la sera del 5 settembre 2010, mentre rincasava alla guida della sua automobile, è stato ucciso?

Era conosciuto come il “Sindaco pescatore” per il suo passato di pescatore e per l’amore per il suo mare e la sua terra. Viene da pensare che sia stato ucciso perché era il simbolo della buona politica del Sud, la politica della legalità dell’ascolto, dello sviluppo a costo zero dell’ambiente.

Grazie alla sua amministrazione oggi Pollica può vantare: 5 vele da Legambiente per la qualità del suo mare, la sede dell’osservatorio della dieta mediterranea con il riconoscimento dell’Unesco, e “cittàslow” per le prelibatezze enogastronomiche 

Al tempo, quell’uccisione mi colpì molto perché in essa vedevo un perpetuarsi di morti violente che, come ben sappiamo noi bolognesi,  tagliano per sempre la vita di tutti e stabiliscono “un prima” e un “dopo”. Una fenditura che rimarrà aperta fino a che non si conoscerà la verità. 

Avevo seguito e letto quanto scritto al tempo compreso il libro che il fratello aveva pubblicato a un anno dalla morte. E quindi la proposta era per me convincente. Le risposi immediatamente in maniera positiva anche perché leggevo in questo percorso un valore molto importante quello della “cittadinanza attiva e dell’impegno” soprattutto di giovani adolescenti. A tutto questo aggiungevo anche una mia curiosità, capire se potevano esserci possibilità/condizioni per instaurare un rapporto come Ancescao.

Nel mese di agosto mi sono incontrata con Cristina, perché non avevo potuto partecipare a un incontro con gli studenti. Sono stata informata di quanto avevano deciso ovvero preparare uno “spettacolo” che avesse come filo conduttore la Libertà. Insieme avevano deciso di utilizzare di Gramsci “Odio gli indifferenti” di Gaber la “Libertà e Se ci fosse un uomo”, da Pericle “Discorso agli Ateniesi” 431 a.c. e alcuni stralci da scritti di don Luigi Ciotti, contestualizzando il tutto. A me ha chiesto di fare un discorso sul valore del volontariato.
Poiché stavamo ragionando su una lettura a più voci, ho proposto loro di concludere con un racconto di anonimo brasiliano “La camera degli specchi” che diventava un messaggio sull’importanza del volontariato e si inseriva in quanto loro stavano preparando.

La sera del 6 settembre nella piazza di Pollica abbiamo rappresentato leggendo il “prodotto finale” con intermezzi di musica classica suonati al violino da Giulia spettacolo poi replicato a Bentivoglio alla festa del volontariato la sera del 3 ottobre.

Quali conclusioni. Innanzitutto l’esperienza con i giovani è stata molto positiva perché tutti i ragazzi erano fortemente interessati ad una responsabilità civile e per nulla ovvi; dal mio punto di vista sarebbe importante creare un rapporto stabile da mantenere nel tempo,  in questo il centro il Mulino è maestro. 

Andando sul posto ho scoperto inoltre che un gruppo di persone che abitano a Bologna, ma molto legate a questo paese, è fortemente impegnato nel mantenere vivo il ricordo di Angelo Vassallo. Sono stati loro che hanno aperto la strada alla nostra presenza e creato le condizioni perché fossimo ospitati nella locale palestra e “coccolati” nei quattro giorni di permanenza; sono loro che a Bologna hanno instaurato i rapporti con diversi Comuni e continuano a lavorare perché anche questa uccisione non entri nell’oblio. Queste persone mi hanno rafforzata nella convinzione che la violenza viene utilizzata per “interrompere per sempre il respiro di un intero paese” ed è indispensabile continuare a tenere in vita la memoria e l’opera di questo Sindaco per le sue azioni sulla legalità, la solidarietà, il rispetto delle persone e della propria terra.

Lucia Pieratelli

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